Al centro della proposta della scuola vi è il riconoscimento dell’unicità della persona. Il percorso educativo è volto a fare emergere l’irripetibilità di ciascuno, valorizzandone i talenti e promuovendone la crescita in tutti i suoi aspetti.
Pur consapevoli della precarietà in cui siamo avvolti, ci affidiamo alla certezza che per far crescere una persona dobbiamo prendercene cura, accompagnarla, accettarne le incertezze e anche gli errori, testimoniarle la nostra preoccupazione e il nostro interesse.
L’umanità del maestro consiste nell’offrire a ciascun ragazzo, attraverso l’incontro con le discipline, un’esperienza di senso nello studio come apertura alla totalità del reale a partire dal particolare didattico.
L’esperienza è la condizione per crescere ed imparare. Il ragazzo scopre il significato delle cose e acquista consapevolezza di sè In rapporto diretto con la realtà che coinvolge tutta la persona, mente e cuore, intelligenza e affetto. Gli esperimenti, le uscite didattiche i momenti di convivenza costituiscono un’ulteriore possibilità di educare allo stupore in un clima di amicizia e cordialità tra i ragazzi e tra ragazzi e adulti.
Nell’educazione c’è una dimensione comunitaria ineliminabile: “Per crescere un bambino ci vuole un villaggio”. Il soggetto della comunicazione è l’unità culturale di adulti, docenti e genitori, capaci di stabilire relazioni virtuose sul territorio, condividendo l’impegno educativo e lo sguardo sul ragazzo.
Attraverso il dialogo educativo, lo studente va al cuore della didattica e durante l’ora di lezione intravede come stanno le cose, arricchisce il suo pensiero e stabilisce nessi, paragonando le informazioni con le domande costitutive del suo essere.
La crisi attuale è un’occasione per interrogarci sulla natura dell’uomo e per offrire un contributo che risponda veramente al disagio dello svuotamento dell’io prodotto dai ‘maestri del sospetto ‘. Simpatia, positività e ottimismo non sono figli di ingenuità, ma di uno “sguardo sottile” verso se stessi e il mondo.
Gli esperimenti, le uscite didattiche e i momenti di convivenza costituiscono una possibilità di educare allo stupore in un clima di amicizia e cordialità tra i ragazzi e tra ragazzi e adulti.
Nel loro percorso di crescita i ragazzi sono aiutati a osservare e ad accettare se stessi, valorizzando capacità e risorse così da scoprire la propria vocazione, “qualcosa a cui ci si sente chiamati, qualcosa per cui si è fatti” (Papa Francesco).